I diritti delle madri lavoratrici in Australia

Se hai deciso di metter su famiglia o hai appena scoperto di aspettare un bimbo e ti trovi in Australia, sicuramente ti sarai già informati riguardo al congedo maternità e ai tuoi diritti pre e post nascita. Ma cosa succede una volta finito il congedo parentale e vuoi tornare al lavoro? Quali sono i tuoi diritti come madri (ma anche padri) lavoratrici in Australia? In breve, al tuo ritorno dal congedo di maternità, hai il diritto di riprendere lo stesso lavoro che hai prima e hai anche il diritto di richiedere accordi di lavoro flessibili, come il lavoro part-time o da remoto. Questi due diritti sono protetti dal Fair Work Act 2009, ma la triste realtà è che in anche in Australia, alcuni datori di lavoro non sempre li rispettano.

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10 vantaggi di lavorare fino alla data del parto

Chi mi conosce lo sa: sono una testa dura e quando mi fisso di fare qualcosa, è difficile che cambi idea. Ovviamente, anche la gravidanza non è stata da meno, e, oltre al fatto di volere una gestazione quanto più naturale e non medicalizzata possibile, l’altra mia priorità era quella di riuscire a lavorare fino alla data presunta del parto. Continue reading “10 vantaggi di lavorare fino alla data del parto”

Lavorare fino alla data presunta del parto: follia, coraggio o semplice necessità

Mancano ormai meno di 6 settimane alla mia data presunta del parto (DPP), e siamo allo stesso tempo terrorizzati ed eccitati all’idea che fra non molto stringeremo tra le braccia il nostro primo pargolo. Nelle ultime settimane prima dell’arrivo di un neonato – specialmente se è il primo –  c’è sicuramente tantissimo da fare: finire di arredare e preparare la cameretta del pupetto (o per lo meno montare la culla o il lettino dove dormirà), montare il passeggino, installare il seggiolino in auto (senza il neonato non verrà rilasciato dall’ospedale), preparare la borsa per l’ospedale, preparare e congelare pasti per il dopo-parto, ripetere la strada per l’ospedale fino a riuscire a farla ad occhi chiusi e, solitamente, finire il lavoro e cominciare il congedo maternità.

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PhD: buona la seconda

Ricordate che nella notte dei tempi facevo un PhD presso l’University of Sydney sui bambini soldato? Ecco, l’ultima volta che ve ne avevo parlato vi avevo annunciato – con tanto di fuochi d’artificio – la tanto agognata consegna della mia tesi. Era inizio gennaio 2017. Da quel momento è cominciata la lenta attesa per l’esito finale del processo di analisi da parte di 3 esaminatori esterni: processo che può durare da qualche settimana fino a 6 mesi.  Continue reading “PhD: buona la seconda”

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Il cliente ha sempre ragione? Ma anche no!

Quando ero ragazzina, ogni anno passavo parte delle mie vacanze estive in un villaggio in Italia o all’estero con la mia famiglia. Come sicuramente saprete, il forte dei villaggi vacanza è di solito l’animazione e le varie attività che questa propone agli ospiti. Anno dopo anno, per me questa era la parte più divertente della vacanza: mai stata tipo da ombrellone, ero sempre in prima fila per una partita a ping pong o un torneo di beach volley. E allo stesso tempo, anno dopo anno, sognavo di raggiungere i 18 anni per poter cominciare a lavorare come animatrice io stessa: non vedevo che i lati positivi di quel lavoro, soprattutto l’idea di passare mesi e mesi al mare, essenzialmente in vacanza, a divertirmi mentre facevo divertire gli altri. Continue reading “Il cliente ha sempre ragione? Ma anche no!”

Giugno e il carico emotivo che porta con sé

Per i primi 18 anni della mia vita l’arrivo di giugno ha sempre portato con sé grande gioia e un enorme sospiro di sollievo, con l’inizio dell’estate, con la fine della scuola/università e l’arrivo delle tante agognate vacanze. Significava la fine della stagione degli obblighi e l’inizio di quella spensierata – anche se durante gli anni di università la sessione di luglio ritardava l’arrivo dell’estate –, quella fatta di viaggi, di scoperte, di divertimento. Poi sono arrivati i miei 17 anni e giugno ha portato con sé la fine del mio anno di scambio in America, un ritorno traumatico in Italia, l’arrivederci a persone a cui avevo dato il mio cuore da un lato dell’oceano e l’addio alla mia nonna dall’altro. E infine ecco i miei 18 anni e giugno ha perso per sempre quella sensazione di gioia e sollievo. Perché è proprio come oggi infatti che 13 anni fa mio papà è mancato. Continue reading “Giugno e il carico emotivo che porta con sé”

Soddisfatti al 100% del proprio lavoro: un sogno?

Dopo l’estenuante ricerca del lavoro full-time e a tempo indeterminato che ha caratterizzato i sei mesi post-consegna della mia tesi di dottorato, quando ormai avevo perso le speranze e mi ero rassegnata a continuare con il mio part-time presso AFS, ecco arrivare l’àncora di salvezza da parte di MSF. L’impiego presso Medici senza Frontiere è arrivato all’improvviso e in modo del tutto inaspettato: avevo infatti fatto domanda per fare volontariato in ufficio – che non si sa mai, e intanto mi fa entrare nell’organizzazione – ma nel frattempo si era aperta una posizione per cui avevo fatto domanda forse un anno prima senza successo e potevo fare un colloquio se lo volevo. Continue reading “Soddisfatti al 100% del proprio lavoro: un sogno?”

Insegnare le lingue… da non insegnante

Ho cominciato a dare ripetizioni di inglese a 18 anni durante il primo anno di università, quando, tornata dal mio anno in America, la mia conoscenza dell’inglese era di gran lunga superiore alla stragrande maggioranza dei miei coetanei. All’inglese si è poi aggiunto il francese e, una volta trasferitami in Australia, anche l’italiano. Non ho mai studiato da insegnante e per questo non mi definisco tale, ma di studenti davanti a me negli anni ne ho visti passare davvero tanti. E ora, dopo 12 anni di “insegnamento”, appendo la mia bacchetta al chiodo e mi ritiro come insegnante. Prima di chiudere questo interessante capitolo della mia vita, oggi voglio raccontarvi cosa ha significato questa decade di insegnamento da insegnante-non insegnante. Continue reading “Insegnare le lingue… da non insegnante”

Saper dire di no… a cuor leggero

Un paio d’anni fa ho scoperto l’esistenza di Graduate Programs offerti da (quasi) tutti i dipartimenti sia del governo federale che dei singoli governi statali dell’Australia ai neolaureati, ed entrare in uno di questi programmi è diventata più o meno la mia ossessione da quel momento. Tanto da influenzare non solo le mie scelte professionali, ma anche quelle private – e in particolare la mia decisione di prendere la cittadinanza australiana, dato che il primo requisito per poter far domanda era possedere appunto tale cittadinanza. Continue reading “Saper dire di no… a cuor leggero”

L’incubo spelling

Gli anglosassoni nascono e crescono sguazzando dentro lo spelling della loro lingua, con gare, test e una vita intera per acquisire velocità e precisione. Da noi, in Italia, tutta questa fobia per lo spelling non avrebbe senso (passato i dettati di scrittura delle elementari), si scrive come si pronuncia e si pronuncia come si scrive. E così mi sono trovata di colpo immersa e sommersa, alla veneranda età di 30 anni, da questo mondo dove ancora annaspo e a tratti affogo. Continue reading “L’incubo spelling”