Guida alla child care in Australia

Il mondo del lavoro in Australia è molto flessibile. Seppure ci sono molte mamme che decidono di restare a casa e seguire i propri figli finché non vanno a scuola, la maggior parte delle mamme decide però di rientrare al lavoro, ma solo part-time oppure di combinare il lavoro in ufficio con lo smart working. Coerentemente con questa filosofia, anche gli asili nido e tutto il sistema di child care in Australia è flessibile. L’Australian Bureau of Statistics stima che, al 30 giugno 2017, c’erano circa 4 milioni di bambini di età compresa tra 0 e 12 anni in Australia di cui quasi un quarto di questi bambini frequentava regolarmente un tipo di assistenza formale, mentre un numero più alto faceva affidamento ad amici e parenti.

Ahimè, essere mamma all’estero non è sempre facile, per tutta una serie di motivi. Quello che i genitori expat lamentano più di ogni altra cosa è spesso la mancanza di aiuti con i figli, soprattutto quelli in età prescolare. Se in patria si sarebbe potuto fare affidamento sui nonni, all’estero ci si trova spesso – volenti o nolenti – a dover affidare i propri figli a degli estranei. Come tutto il resto, anche il mondo della cura dei bambini è diverso in Australia rispetto all’Italia, e spesso questo sistema confonde il genitore alle prime armi. Se state pensando di trasferirvi in Australia oppure siete già Down Under e state pensando di avere figli, spero che questa mia piccola guida alla child care in Australia vi possa aiutare per farvi un’idea di quello che è il sistema di cura per i bambini in età prescolare.

NB: in questo post non parlerò dei kindergarten e preschool programs perché meritano un discorso più complesso.

I tipi di child care in Australia

Ci sono quattro opzioni per l’assistenza all’infanzia in Australia:

Assistenza diurna lunga basata su centri – Centre-based day care o Long day care

La centre-based day care è l’equivalente australiano del nido italiano ed è la scelta preferita per le famiglie in cui almeno un genitore lavora regolarmente nei giorni feriali. Questa assistenza si rivolge a bambini di età compresa tra 0 e 6 anni, è regolare e a giorni: in base al bisogno e alla disponibilità del centro scelto, ogni famiglia può scegliere quanti e quali giorni mandare il proprio figlio al nido. Alcuni centri richiedono un minimo di 2 giorni, ma ci sono famiglie che scelgono di mandare il figlio un solo giorno alla settimana. I child care centres sono solitamente aperti dalle 7 alle 18, e la maggior parte sono aperti tutto l’anno, tranne i giorni di festa ovviamente.

A differenza dell’Italia dove c’è netta separazione tra asilo nido e scuola materna (oggi chiamata scuola dell’infanzia), in Australia i due sono combinati appunto nei daycare centres. Fornendo cura per i bambini tra gli 0 e i 6 anni, i centri ovviamenti offrono classi diverse in base all’età dei bambini: solitamente si dividono tra 0-2 anni, 2-3 anni, 3-4 anni e dai 4 anni in su. Negli ultimi anni di nido i daycare centres forniscono i kindergarten e preschool programs che preparano i bambini alla scuola primaria tra i 3 e i 5 anni.

In Australia si trovano child care centres che seguono le filosofie più disparate: dal metodo Montessori a quello di Reggio Emilia, dal Steiner al Pikler, dal Froebel al Mindchamps, troverete sicuramente il centro che più è affine al proprio modo di essere genitori.

Secondo le statistiche, per i bambini di età compresa tra 0 e 6 anni, la principale fonte di assistenza formale all’infanzia in Australia è la centre-based day care, con il 45% dei bambini di età compresa tra 2 e 3 anni che accedono regolarmente a questo tipo di servizio.

Assistenza diurna in famiglia – Family day care

L’assistenza diurna in famiglia è quando tuo figlio viene accudito da un accompagnatore autorizzato all’interno del proprio domicilio. Questo tipo di assistenza è regolamentato come quella basata nei centri, gli educatori devono avere le qualifiche necessarie e i centri famigliari ricevono visite regolari dalle autorità per monitorare lo sviluppo individuale dei bambini e fornire supporto.

Il vantaggio principale di questo servizio è normalmente il suo costo inferiore rispetto ai centri tradizionali, soprattutto perché offre tariffe orarie invece che a giornata, rendendo possibile accedere all’assistenza solo per alcune ore al giorno. Inoltre, l’assistenza diurna familiare è l’unico tipo di servizio approvato che offre assistenza all’infanzia 24 ore su 24, 7 giorni su 7, fornendo alle famiglie australiane che lavorano con cure flessibili a tempo pieno, part-time, nel fine settimana o durante la notte, a seconda delle esigenze dei genitori e della disponibilità dell’educatore.

Assistenza domiciliare

Per assistenza domiciliare non si intende solamente quella fornita da un amico, un parente, una baby sitter o una tata (chiamata assistenza domiciliare informale) ma anche il programma di assistenza domiciliare del governo australiano per sostenere il costo dell’assistenza all’infanzia fornita nella casa familiare da un educatore che soddisfa i requisiti minimi di qualifica. Per accedere a questo progamma devi lavorare in orari non standard o variabili, essere geograficamente isolato o avere una situazione famigliare complessa o problematica.

Assistenza occasionale

Alcuni centri per l’infanzia offrono cure occasionali alle famiglie che hanno bisogno di qualcuno che si occupi dei loro figli ogni tanto. Questa è una buona opzione per i genitori che lavorano in orari irregolari o imprevedibili.

Al di fuori dell’orario scolastico

L’assistenza al di fuori dell’orario scolastico è assistenza per bambini in età scolare (6-12 anni) presso un centro per le famiglie che necessitano di cure prima e/o dopo la scuola (7.30-9.00, 15.00-18.00) e durante le vacanze scolastiche.

Qualifiche e National Quality Framework

Da 10 anni a questa parte in Australia è stato stabilito il National Quality Standard (NQS), un punto di riferimento nazionale per la fornitura di servizi di qualità in sette aree, compreso un quadro di apprendimento approvato che guida lo sviluppo di programmi di qualità per la prima infanzia. Il NQS include un sistema di valutazione e rating ed elementi più strutturali come il rapporto educatore/bambino e le qualifiche dell’educatore.

I NQS offrono un modo utile per misurare le prestazioni di un servizio di assistenza all’infanzia rispetto agli standard minimi stabiliti dal governo. Tutti i servizi che sono stati valutati rispetto al nuovo standard devono mostrare la loro valutazione in un luogo facilmente accessibile alle famiglie e online sul sito governativo MyChild, e questo è sicuramente un ottimo punto di partenza. Le 7 aree che vengono valutate sono: programma educativo, salute e sicurezza dei bambini, ambiente fisico, organizzazione del personale, rapporti con i bambini, rapporti collaborativi con famiglie e comunità, governance e leadership.

Per quanto riguarda il rapporto minimo tra educatori e bambini, per legge nei child care centres è 1:4 per bambini di età compresa tra 0 e 24 mesi, 1:5 tra 24 e 36 mesi e 1:11 dai 36 mesi in su. Nei family daycare centres invece un educatore non può avere in cura più di 7 bambini, di cui massimo 4 possono essere di età prescolare.

Gli assistenti nei servizi di assistenza all’infanzia basati sul centro, nell’asilo nido familiare e nell’assistenza al di fuori dell’orario scolastico devono essere qualificati nell’educazione della prima infanzia. Ciò significa che questi assistenti sono anche educatori. Hanno le competenze e la formazione per supportare l’apprendimento di tuo figlio, che è una parte fondamentale dell’esperienza di assistenza all’infanzia.

Costi della child care in Australia

Lasciatemi dire subito che i nidi in Australia, in qualsiasi forma siano, non sono economici. Anzi, un articolo recente dell’ABC ha sottolineato come il costo del nido in Australia sia tra i più alti al mondo! Ma se avete una minima idea del costo della vita Down Under, questo non dovrebbe stupirvi più di tanto.

È importante ricordare che i costi dell’assistenza all’infanzia variano da fornitore a fornitore e da Stato a Stato e non sono regolamentati dal governo. I costi per le famiglie dipendono da molti fattori, ad esempio il tipo di assistenza richiesta, il numero di figli e il reddito famigliare.

Il costo per i child care centres va dai 70€ agli 85€ al giorno (al cambio di oggi), ma questo può arrivare tranquillamente anche ai 100€ giornalieri nei centri più prestigiosi. Le family daycare sono sicuramente più economiche, e solitamente le tariffe sono orarie e si aggirano sui 5/10€. I costi delle cure al di fuori dell’orario scolastico variano, ma le tariffe tipiche vanno da 15 a 25€ per sessione per l’assistenza pre e post scuola e dai 40€ in su al giorno per i programmi di assistenza durante le vacanze.

Per fortuna per i cittadini, permanent residents e alcune categorie di temporary residents, il governo australiano prevede dei sussidi finanziari volti a coprire parte dei costi per la child care. Si tratta del Child Care Subsidy, il cui ammontare dipende dal reddito famigliare, dalle ore che i genitori passano lavorando o studiando (ma anche cercando lavoro o facendo volontariato) e dalla tariffa oraria del centro prescelto. Il Child Care Subsidy copre fino al 85% della tariffa giornaliera o oraria e viene pagato direttamente al centro, che poi addebita la differenza ai genitori.

Questo sussidio può essere richiesto sia per i centre-based daycare che per i family-based daycare ma anche per l’outside school hours care. Una piccola nota: per avere diritto al sussidio, i babini devono essere al pari con le vaccinazioni previste dal National Immunisation Program.

Cosa è fornito

Dipende molto da centro a centro, ma in linea di massima non è come in Italia dove i nidi forniscono tutto.

Per quanto riguarda i child care centres, la maggior parte fornisce colazione per chi arriva entro le 8, spuntino di metà mattina, pranzo e spuntino di metà pomeriggio. Alcuni centri però non offrono il pranzo, mentre altri chiedono di portare un frutto da condividere per la merenda. Ci sono centri che sono solo vegetariani, ed altri che non offrono il latte. Idem per i pannolini, salviette e lenzuola: alcuni li offrono, altri no. Alcuni centri offrono il cappello e la borraccia, in altri bisogna portare tutto da casa. Insomma, quando si valuta un centro piuttosto che un altro, è bene chiedere un elenco completo di tutto quello che è incluso e quello che invece deve essere fornito dai genitori.

Nelle family-based daycare solitamente il costo dei pasti e pannolini viene aggiunto alla tariffa oraria se riechiesto.

Curiosità dei nidi australiani

L’Australia ha la più alta incidenza di cancro della pelle nel mondo e la sovraesposizione al sole durante l’infanzia è nota per essere una delle principali cause di cancro della pelle in età avanzata.. Al fine di soddisfare gli standard di licenza e accreditamento, i fornitori di servizi per l’infanzia devono avere una politica di protezione solare. In particolare l’uso di crema solare (fornita e applicata dagli educatori – ma se avete esigenze particolari potete sempre portare la vostra crema), cappelli e vele per creare ombra in giardino sono un assoluto must di qualsiasi centro. D’altronde è bene che si abituino presto perché per tutte le scuole vale il motto “no hat no play“!

Tradizionalmente ogni centro registrava i progressi e le attività di ogni singolo bambino in un raccogietore che veniva messo a disposizione dei genitori e consegnato a fine anno/ciclo. Recentemente però la maggior parte dei centri si sta convertendo all’uso delle app, che permettono di aggiornare in tempo reale i genitori sulla giornata dei propri figli. Si ricevonmo così foto e racconti sulle varie attività svolte, dettagli sui pasti e riposini, e anche sul cambio pannolino per i più piccoli. Personalmente trovo molto bello ricevere queste informazioni durante la giornata, ma per molti genitori si trova di una perdita di tempo che distrae gli educatori dal loro compito principale.

A differenza dell’Italia dove è normale che i bambini di nido e asilo indossino delle scarpe apposta quando sono a “scuola”, in Australia questa pratica non avviene. Quando poi le scarpe vengono effettivamente indossate, perché in Australia è usanza molto comune andare in giro a piedi nudi e nei nidi i bambini sono incoraggiati a stare scalzi per stimolare tutti i sensi durante le varie attività. E per la cronaca, questo anche in inverno!

Secondo il Child Care Subsidy Scheme, ogni bambino ha diritto a 42 giorni di assenza per anno finanziario (da luglio a giugno) sovvenzionati. Questi possono esere presi per qualsiasi motivo (malattia o vacanza). Usati tutti questi 42 giorni, per accedere alle tariffe ridotte con il sussidio del governo, bisogna fornire un certificato medico, altrimenti si paga la tariffa piena.


Se state pensando di trasferirvi in Australia oppure siete già Down Under e state pensando di avere figli, spero che questa mia piccola guida alla child care in Australia vi possa aiutare per farvi un’idea di quello che è il sistema di cura per i bambini in età prescolare.

Last Updated on 28/06/2022 by Diario dal Mondo

18 thoughts on “Guida alla child care in Australia

  1. E quando i nonni non ci sono, come nel nostro caso? Il problema dell’Italia è che in assenza di un welfaire strutturato si DELEGA alle famiglie, che sia assistenza ai piccolissimi, agli invalidi, agli anziani. Pochissimi aiuti, e tutti a pagamento! Solo la scuola materna è sovvenzionata, ma il nido, se non hai un Isee basso, lo paghi eccome!
    Con questo non voglio dire che in Australia la situazione sia migliore, bisognerebbe fare un confronto anche con gli stipendi medi dei genitori.

    1. Hai assolutamente ragione, gli stipendi qui sono più alti in media ma il costo della vita è più alto e a differenza dell’Italia qui il “nido” continua fino alle elementari

  2. Non posso fare un paragone con l’Italia perché non ho figli, per cui non so quale dei due contesti sia il migliore. Immagino però che la mancanza dei nonni o di altri parenti a cui rivolgersi, anche all’ultimo momento in caso di emergenza, renda il tutto più complicato.
    Mi piace molto l’idea di poter restare scalzi: ricordo che quando andavo all’asilo dovevamo avere le “scarpe da asilo” che potevamo togliere solo durante il sonnellino pomeridiano.

    1. La questione delle scarpe da nido è un po’ complessa perché da un lato limita i germi portati nella classe ma dall’altro giocare scalzi aiuta sicuramente a stimolare tanti sensi

  3. Un’organizzazione decisamente migliore che in Italia dove spesso i piccoli sono accuditi da nonni o in alternativa bisogna inventarsi delle soluzioni personali

    1. Sicuramente essere accuditi dai nonni è una grande fortuna ma anche una grande responsabilità per loro

  4. Molto interessante questo viaggio negli asili australiani! Mi è piaciuto molto l’utilizzo delle app per poter seguire le giornate dei piccoli. Mi sarebbe piaciuto molto avere questa possibilità quando mia figlia era piccola. Anche io ho vissuto senza nonni e ho dovuto far fronte ad ogni problema solo con le mie forze. È stato faticoso a casa mia, figuriamoci in un paese straniero!

    1. Anche a me piace dare una sbirciatina alla sua giornata e mi spiace che il nido attuale non faccia troppe foto, ma l’importante è che lui sta comunque bene!

  5. In Italia in effetti ci sono alcune città, soprattutto le più piccole, in cui non c’è il nido e bisogna o affidarsi a babysitter qualificate oppure ai nonni. Nel primo caso i costi possono essere abbastanza alti. L’ideale sarebbe pensare a un’istituzione che possa accogliere bambini da 0 a 6 anni, un pò come succede in Australia. La strada è ancora lunga.

    1. Non riesco proprio a immaginare l’assenza di nido, ma senza dubbio ci sono molte aree che purtroppo non offrono questi servizi!

  6. In Italia ci sono molte zone in cui i nidi non esistono proprio. Quando ci sono sono più economici, ma gli stipendi in Italia sono molto più bassi e incidono comunque parecchio sul bilancio familiare. I pannolini vanno portati da casa (in alcuni nidi anche lenzuola e coperte) e comunque gli orari non sono flessibili. Per me che sono una madre single e non posso contare sui nonni che abitano abbastanza distante il nido è un grande aiuto, ma ho comunque dovuto reinventarmi un lavoro perché non era abbastanza per conciliare ufficio e famiglia. Spero vada meglio con la scuola materna!

    1. Sicuramente in Italia c’è molta più rigidità anche ad asilo e nido. Quando ero in Italia ero rimasta molto sorpresa che fosse possibile andare a prendere mia nipote alll’asilo solo in determinati orari!

      1. Non pensavo fosse così complicato crescere i bambini all’estero. Pensavo che ci fossero molti più sussidi e che fosse molto simile a noi in Italia…

        1. Purtroppo non è sempre così. Io del sistema australiano non posso certo lamentarmi ma mi sono dovuta comunque abituare

  7. Tutto questo, e anche di più, in Italia spetta ai nonni. Non c’è un aiuto concreto da parte delle istituzioni in nessun campo, soprattutto nel pubblico. E questo porta inesorabilmente le donne a dimettersi pur di riuscire a portare avanti gli impegni familiari. Questo è uno dei motivi per cui preferirei vivere altrove, dove ci sono servizi del genere, che tutelano i bambini e la carriera delle donne.

    1. Capisco bene cosa dici. Però in Italia anche i nidi privati, oltre ovviamwnte ad asili e nidi pubblici, sono molto più economici di quelli che ci sono qui ik Australia

  8. Articolo molto interessante anche per me che non sto pensando di trasferirmi in Australia e comunque ho figli over6. Se ti va di raccontarmi la tua esperienza di mamma in Australia, sarei lieta di ospitare un dialogo sul mio blog.

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