L’Australia ai tempi del Coronavirus

“Meno male che non fate scalo in Cina!” – ci dissero mio fratello e mia zia il giorno prima del nostro rientro in Australia dall’Italia. “Perché, che problema ci sarebbe a passare dalla Cina?”, chiediamo tranquilli noi, “Mah, un virus tipo influenza, ma molto più serio”. “Ah bhè, non sarà niente di che, ma in ogni modo facciamo scalo ad Abu Dhabi, quindi siamo a posto”. Era il 21 gennaio 2020 quando siamo saliti su quell’aereo, felici di non transitare per un paese potenzialmente pericolo e ignare di stare lasciando uno che lo sarebbe diventato ancora di più.

Abbiamo lasciato l’Italia – aperta, attiva, vivace e in salute – e siamo tornati in un’Australia ancora in preda alle fiamme che da mesi la devastavano. Attaccata ai finestrini dell’aereo, non appena abbiamo cominciato a sorvolare l’Australia – che per inciso occupa almeno 5/6 ore – ho provato a cercare i segni di quegli incendi che per fortuna avevo visto solo in video. Ma il cielo era limpido, e la terra la stessa rossa di sempre. Difficile da quell’altezza poter notare qualsiasi cosa. Avvicinandoci a Sydney abbiamo sorvolato le Blue Mountains, anch’esse tristemente vittima degli incendi estivi, ma anche qui non sono riuscita a notare niente di diverso. Da quassù la Jamison Valley aveva sempre quel verde-blu che è valso il nome alle montagne un paio di secoli fa. Forse, tutto sommato, l’Australia e Sydney se la sarebbero cavata…

Mai avrei pensato che nel giro di qualche settimana il mio splendido paese adottivo sarebbe passato da una minaccia all’altra… Ma, come sappiamo tutti, questo virus letale che marcherà nella storia il 2020, è atterrato anche in Australia e il 25 gennaio è stato registrato anche qui il primo caso.

Proprio negli stessi giorni in cui noi facevamo il nostro ritorno – sereno, ingenuo, beatamente inconsapevole – i passeggeri provenienti dalla Cina alcune province della Cina venivano controllati in aeroporti e messi in quarantena. Questo succedeva quando ancora l’Organizzazione Mondiale della Sanità insisteva che non ci fosse bisogno di limitare i viaggi da e per la Cina. A fine mese, quando l’OMS ha finalmente dichiarato lo stato di emergenza, in Australia si contavano solo 9 casi non gravi legati tutti a 15 viaggiatori di ritorno dalla Cina, e in particolare da Wuhan.

Febbraio è passato lento e tutto sommato in sordina, con i numeri in lento aumento – entro fine mese saremmo arrivati a 28 – e restrizioni in atto per i viaggiatori da e per la Cina. L’arrivo di marzo ha purtroppo portato con sé i passeggeri della Diamond Princess e altri viaggiatori di ritorno dall’estero che hanno introdotto in Australia nuovi casi e fatto salire rapidamente i casi di contagio locale.

Ed è stato solo allora che le autorità australiane hanno finalmente reagito introducendo misure più o meno forti. Nelle prime due settimane di marzo tutti i viaggiatori di ritorno da Iran, Corea del Sud e Italia dovevano andare in quarantena per due settimane. Il 15 marzo questa regola si è estesa a chiunque entrasse nel paese e, infine, il 20 marzo l’Australia ha chiuso le proprie frontiere a chiunque non fosse cittadino (o residente permanente).

A livello interno, il 13 marzo sono stati proibiti gli assembramenti pubblici di più di 500 persone, poi abbassato a 100; 10 giorni dopo hanno chiuso luoghi pubblici come pub, luoghi di culto, biblioteche, spiagge, piscine e palestre, mentre bar e ristoranti rimanevano aperti per take away. In migliaia di lavoratori si sono trovati dall’oggi al domani senza un lavoro, la maggior parte in Australia con visti temporanei e nessuna rete di salvezza. È passata un’altra settimana prima che non fosse più possibile trovarsi con più di un’altra persona, a eccezione per i nuclei famigliari. A fine marzo anche l’Australia è entrata in lockdown.

Ma se, come in Italia, vige il divieto di uscire da casa per motivi che non siano legati a lavoro, educazione, spesa, necessità mediche o compassionevoli (per prendersi ad esempio cura di una persona non-autosufficiente), la grande differenza è che in Australia ci è sempre stato garantito il diritto di uscire per fare esercizio fisico. E questo è quello che mentalmente ci ha salvati. Non so come sarei sopravvissuta altrimenti, chiusa in un piccolo appartamento con un bimbo di 13 mesi! Il tutto poi è stato gestito alla maniera australiana, ovvero in maniera rilassata e semplice: non c’è stato bisogno di autocertificazioni, non ci sono stati controlli nè posti di blocco. Semplicemente le autorità si aspettavano (e si aspettano) che i cittadini facciano il loro dovere per il bene comune.

Certamente non sono state tutte rose e fiori, grossi errori sono stati fatti anche qui, in particolare il permettere lo sbarco dei passeggeri dalla Diamond Princess prima e della Ruby Princess poi. Migliaia di passeggeri infetti sono stati infatti lasciati liberi di tornare a casa, facendo schizzare il numero di casi verso il picco che abbiamo raggiunto il 28 marzo, con 460 nuovi casi registrati. E ovviamente non tutti hanno rispettato le regole, anche qui sono fioccate le multe (di oltre 1000$) a chi non aveva una buona ragione per essere in giro, ma per fortuna la maggior parte delle persone hanno rispettato i limiti imposti.

Per il resto, qui nell’Inner West di Sydney, per tutto marzo e aprile in tutti i supermercati del paese si è fatto letteralmente a botte per carta igienica, farina, pasta e sapone: ora pare che questo shopping folle sia finalmente finito! Nei supermercati non c’è mai stata la fila di cui ho sentito parlare in Italia, nonostante l’ingresso sia monitorato per mantenere il numero sotto controllo. I negozi non essenziali sono stati chiusi, ma ad esempio le librerie e grossi negozi come Kmart o Target (che vendono dai vestiti ai giocattoli, dall’elettronica ai prodotti per animali) sono sempre rimasti aperti. Non c’è mai stato l’obbligo di mascherine e guanti, e la maggior parte delle persone qui non li portano.

Le scuole sono rimaste aperte fino alle vacanze pasquali, poi sono passate all’e-learning e da oggi comincerà la fase 2 che vedrà gli studenti tornare in classe a scaglioni alcuni giorni alla settimana, e il resto lo faranno da casa (*). I nidi e le scuole materne non solo sono sempre rimaste aperte, ma da inizio aprile sono anche gratuite, il che non è poco dato il loro costo! Chi ha potuto è passato a lavorare da remoto, ma qualora questo non fosse stato possibile, si è potuto continuare ad andare al lavoro fisicamente, purché fossero rispettate le misure di sicurezza. Un paio di settimane fa il governo ha lanciato la tanto discussa Covid-app e nel giro di una notte più di 1 milione di australiani – più di 2 nelle prime 24 ore – l’hanno scaricata, nonostante il suo utilizzo sia (e rimarrà) al 100% volontario!

Come la stiamo vivendo? Tutto sommato bene, direi. Io e l’Avvocato stiamo lavorando da casa, Baby C continua ad andare al nido, e per il resto ci godiamo le ultime giornate primaverili al parco, pur senza poter andare sui giochi. Siamo fortunati, di questo ne siamo estremamente consapevoli. Siamo in salute, lo sono i nostri cari, abbiamo un lavoro e del tempo extra per guardare il nostro piccolo crescere. Ci manca socializzare? Certamente sì. Ci è mancato festeggiare i compleanni con gli amici, ci manca poter andare fuori a colazione ogni tanto, ci spiace non poter fare quei viaggi – vicini e lontani – che avevamo in programma. Ma sappiamo che tutto questo è temporaneo. Nelle ultime settimane le restrizioni, come sono arrivate, piano piano se ne stanno andando e, molto lentamente, la vita sta tornando a una quasi normalità. E prima o poi questa pandemia e tutta la follia che ci gira intorno, finirà. E quindi noi aspettiamo e nel frattempo ci godiamo la vita che, tutto sommato, è ancora molto bella!


Al 11 maggio i casi confermati di Coronavirus in Australia sono 6.941, con 97 decessi per COVID-19. 6.163 hanno fatto una completa guarigione. In totale circa 828.000 test sono stati condotti in tutta l’Australia.

Per tutte le informazioni riguardanti il Coronavirus in Australia, vi consiglio di consultare il sito del Ministero della Salute australiano.

(*) Questo vale per il NSW, altri stati hanno preso altre decisioni.

Last Updated on 19/04/2024 by Diario dal Mondo

33 thoughts on “L’Australia ai tempi del Coronavirus

  1. Ho una curiosità sul tuo racconto; ma non avete avuto paura a continuare a lasciare andare i bimbi al nido dato il possibile pericolo di contagio?

    1. Onestamente no. La maggior parte dei bambini è rimasta a casa e hanno preso varie misure per assicurare la sicurezza e la salute dei bimbi.

  2. Non pensavo che anche in Australia le cose fossero a questo punto. Di buono, nel tuo continente adottivo, c’è lo spazio. Uno spazio che nelle città italiane è ridottissimo e raramente contente di non assembrarsi.

    1. In questo siamo molto fortunati. Direi che le cose ora sono tornate quasi alla normalità qui!

  3. Non avremmo mai pensato una pandemia del genere, quanto meno in Australia non è stata così devastante come in Italia, speriamo che in tutto il mondo si riesca a superare velocemente ne abbiamo bisogno!

  4. Anche in Austria tutto sembra iniziato in sordina e in ritardo rispetto all’Italia perché i casi sono stati nettamente di meno, sin dall’inizio ho visto peró a Vienna molte persone passeggiare tranquillamente per strada senza mascherina, ci sono state restrizioni ma non tanto rigide come in Italia, speriamo di uscirne presto perché la socializzazione manca davvero tanto..

    1. Ci si sente tutti un po’ più soli ultimamente… per fortuna qui piano piano possiamo passare sempre più tempo con amici e parenti!

  5. Credo che nessuno si aspettasse una pandemia come questa a gennaio. Le voci dalla Cina arrivavano insistenti ovviamente, ma tutti noi credavamo che la cosa sarebbe rimasta lì. E invece…

    1. Proprio così. L’abbiamo sottovalutata tutti, ovunque nel mondo, e quando ci siamo resi conto della sua gravità era già troppo tardi purtroppo!

  6. Abito nella zona più colpita d’Italia, Bergamo, e purtroppo qui è tutto più acutizzato e drammatico. Anche ora che ne stiamo uscendo (parlo dell’emergenza vera, quella dove non ci sono letti e posti in ospedale) la paura è tanta.

    1. Avendo una casa in alta Val Brembana ho seguito molto la situazione a Bergamo, che mi ha rattristato infinitamente. Speriamo davvero che il peggio sia passato!

  7. Tutto il mondo ha vissuto le stesse difficoltà e gli stessi orrori. Ci siamo sentiti tutti molto più vicini e più solidali. In tutto il mondo il contagio è in calo, ma è in calo anche la bontà d’animo. Stiamo tornando alla normalità, lo vedo dalla cattiveria sui giornali e sui social.

    1. Hai ragione, purtroppo crediamo tutti di poter diventare più buoni “domani”, ma perchè non cominciare oggi?

  8. Ho seguito la vicenda australiana perché il mio compagno ha dei parenti a Perth. Appena scoperto del virus, non avrei mai immagino tutto il mondo sarebbe entrato in quarantena. Speriamo si riesca a tornare presto alla normalità

  9. Per noi la logica dell’autocertificazione è un deterrente a fare qualsiasi cosa. Spero vivamente che il 18 questa logica venga meno, perché siamo stanchi di doverci giustificare per qualsiasi cosa 😅

  10. Ho un amico che lavora in Cina, dove trascorre diversi mesi all’anno, e all’inizio quando lo sentivamo lo prendevamo in giro. Se ci penso ora mi vergogno, e mi sento anche in colpa, anche se devo dire che non è esattamente colpa nostra se all’inizio tutti abbiamo sottovalutato la cosa. Io ne parlavo esattamente come tua zia, pensando a un’influenza ma più seria.
    L’importante che poco alla volta si stia tornando a una pseudo-normalità, anche se non lavoro ancora, sono uscita di casa quattro volte, e c’è la coda fuori dai supermercati. Speriamo che questo anno finisca presto e che il prossimo sia più generoso 🙂

    1. L’abbiamo presa tutti sotto gamba all’inizio e questo ci ha fregato. Se l’OMS avesse dato l’allarme subito, forse non si sarebbe arrivati a così tanti morti. Speriamo solo di imparare per il futuro e che questa sia un’enorme lezione per tutti.

  11. Abbiamo vissuto, qui in Lombardia, come in un tempo sospeso. Da casa mia in centro a Lodi non sentivo nessun rumore solo le tante incessanti sirene delle ambulanze. Adesso piano piano sembra di ritornare alla normalità anche se uscire con guanti e mascherina e non poter abbracciare le persone, tanto normale non lo è. Però si può fare un giro in bici in campagna e questo mi rende così felice che non mi danno neppure fastidio i tanto odiati “piumini” dei pioppi. Come si cambia in poco tempo…..

    1. Sono davvero contenta che piano piano le cose migliorino anche lì, anche se un ritorno alla normalità con questa spada di Damocle costantemente sulla testa non è tanto bello.

  12. È stato (ed è tuttora) tutto surreale. Ricordo che quando ho sentito le prime notizie, ho pensato “Poverini”, ma immaginato l’epidemia come qualcosa di molto lontano da noi. Invece nel mondo globalizzato siamo tutti collegati e la diffusione è stata rapida. Spero che presto possa tornare tutto alla normalità, per quanto possibile.

  13. Nessuno di noi avrebbe mai immaginato a che cosa si andava incontro e quanto grave sarebbe diventata la situazione; speriamo che si risolva nel migliore dei modi!

  14. Da quando è iniziata questa storia ho continuato a pensare che fosse impossibile vedere i supermercati senza cibo, ai giorni nostri. E invece a giudicare da questo articolo mi sono dovuta ricredere!

  15. Tu cosa ne pensi della app del governo?
    Che strano vedere le immagini dei supermercati vuoti… le avevo rimosse dalla memoria visto che la normalità da quel punto di vista ormai è tornata, ma sono state settimane inquietantissime!

    1. Noi l’abbiamo scaricata subito, e visto che usa solo Bluetooth non ho problemi a tenerla attiva quando sono fuori. Tu che ne pensi? Per quanto riguarda i supermercati qui è solo recentemente che siamo tornati alla normalità

      1. Ah, non sapevo funzionasse solo con Bluetooth! Io non ho opinioni perché non l’ho usata… anche se pare che con al seconda ondata nel Victoria le cose potrebbero cambiare. Ho un volo prenotato per il Queensland tra un paio di settimane e oggi ho saputo che noi del VIC non siamo ammessi causa nuovi focolai. Non posso partire 😭😭

        1. Io mi dimentico anche di averla onestamente… mi spiace tanto per la vacanza mancata e spero davvero che questa nuova ondata sia contenuta!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.