Saper dire di no… a cuor leggero

Un paio d’anni fa ho scoperto l’esistenza di Graduate Programs offerti da (quasi) tutti i dipartimenti sia del governo federale che dei singoli governi statali dell’Australia ai neolaureati, ed entrare in uno di questi programmi è diventata più o meno la mia ossessione da quel momento. Tanto da influenzare non solo le mie scelte professionali, ma anche quelle private – e in particolare la mia decisione di prendere la cittadinanza australiana, dato che il primo requisito per poter far domanda era possedere appunto tale cittadinanza.

L’anno scorso ho fatto domanda per 7 programmi diversi tra governo federale e statali, ho sostenuto un gran numero di test e colloqui, sono finita nella merit pool per un programma ma alla fine il lavoro non è mai arrivato. Quest’anno mi sono lanciata e ho fatto domanda per ben 9 programmi solo nel governo federale. Sarà stata l’esperienza con i numerosi test e colloqui dell’ultimo anno, sarà stato l’essere alla fine del PhD, fatto sta che quest’anno sono arrivata al colloquio finale per i due programmi che più desideravo: quello con il dipartimento degli affari esteri ed immigrazione. E sapete qual è stata la mia reazione quando ho saputo di essere arrivata a un passo dal tanto agognato lavoro? Panico, paura e ansia!

“Ma come?”, direte. “Aspetti, sogni e lavori duro per ottenere l’offerta dei sogni, e poi quando arriva hai anche il dubbio se accettarla o meno? Sei pazza?” No, semplicemente non è più il momento giusto. C’era un tempo in cui avevo dei sogni, miei sogni personali, come individuo, come ragazza: erano grandi sogni, ambiziosi e difficilmente raggiungibili come solo i sogni dei giovani possono essere. Ma nel frattempo la vita è andata avanti e quei sogni da ragazza hanno dovuto far spazio a sogni più grandi, sogni di coppia, sogni da moglie e da futura madre. Quello che voglio volevo e sogno sognavo per me, non necessariamente è quello che sogno per la coppia moglie-marito né per i miei figli. Quello che poteva andarmi bene prima, non è necessariamente compatibile con la vita di adesso, carriera del marito inclusa.

Il nostro sogno di una vita nella South Coast finalmente si avvicina sempre di più

E quindi ho scelto un lavoro che sia compatibile con i nostri sogni per il futuro, e non solo con i miei sogni di ragazza.

Ho scelto il lavoro – per quanto forse non entusiasmante come quelli a cui ho rinunciato – che mi permettesse di realizzare anche tutti gli altri sogni e obiettivi che abbiamo, piuttosto che accettare un lavoro che, per quanto eccitante, mi costringesse a rinunciare a tutto il resto.

Ho scelto di tenermi il lavoro a Medici Senza Frontiere – ora diventato a tempo indeterminato – e la mia comoda vita a Sydney, con tutti i sogni che comporta, piuttosto che rifarmi una vita a Canberra o perfino a Bruxelles [eh già, ho anche rifiutato una traineeship alla Commissione Europea nel frattempo]. Ho scelto di permettere a mio marito di continuare la sua proficua e promettente carriera qui a Sydney, piuttosto che costringerlo a ricominciare da zero in un’altra città o addirittura ad interromperla per seguire i miei sogni di gloria. Per una volta, ho scelto la sicurezza piuttosto che l’avventura.

Ho scelto di mettere il noi davanti a me stessa.

Me ne pentirò? Chi lo sa. Certamente non mi pentirò di aver fatto di tutto per il bene della coppia e della famiglia. Ci sarà sicuramente chi criticherà questa mia scelta, chi penserà che abbia sacrificato la mia carriera per soddisfare quella di mio marito e chi crederà che per questo mi sia sminuita come individuo. Ma sapete che c’è? A volte bisogna saper dire di no… a cuor leggero! Nella vita non si può volere tutto: non posso volere un marito in carriera, la casa dei sogni lungo la costa di Sydney e allo stesso tempo una carriera mia nelle istituzioni europee… Something’s gonna give!

Last Updated on 15/07/2021 by Diario dal Mondo

6 thoughts on “Saper dire di no… a cuor leggero

  1. Io credo che la cosa importante sia scegliere quello che ti rende felice. Soprattutto perche’ oh, lavori in Australia a MSF, mica sei in Brianza a pettinare i carlini. Ammetto che il post mi ha un po’ intristita, non per te, ma perche’ l’ho pensato in relazione a me stessa. Io non ho nessuna intenzione di abbandonare i miei sogni di ragazzina, e mi dichiarero’ sconfitta solo quando me li strapperanno di dosso con le unghie e i denti. E’ una decisione che non viene solo da me, ma anche da mio marito: mi ha sempre detto che vuole stare con me per quello che sono, e non riuscirebbe a chiedermi di rinunciare a qualcosa per lui, perche’ non sarei felice, e di conseguenza non lo sarebbe neanche lui. Cosi’ ci siamo fatti, su 11 anni di relazione, 4 in due continenti diversi e gli altri in citta’ diverse, quindi una bella fregatura. Quello che mi chiedo e’: perche’ bisogna fare questa scelta? Non sarebbe piu’ bello un mondo dove, semplicemente, si puo’ avere tutto? Tu sognavi un lavoro, non di volare fino al sole con ali piumate. Nel 2017 non si dovrebbero fare queste scelte (e lo dico come critica sociale, non a te in specifico).

    Detto cio’ lo stage alla Commissione l’ho rifiutato pure io, perche’ davvero, sei mesi a fare fotocopie in mezzo a biondi impomatati che ti dicono “oh, io ho fatto Oxbridge” non mi andava XD.

    1. Cara Giupy, hai assolutamente ragione. Non sarebbe tutto più bello e semplice se ognuno avesse quello che vuole? Forse sì e forse no. In questo frangente mi sono davvero chiesta quali fossero i miei sogni e le mie priorità. Casa, famiglia, carriera, soldi, felicità, Australia o estero? Impossibile avere tutto. Davvero non sarebbe fattibile per me avere il 100% e per il marito pure. Potessimo lavorare tutti in remoto forse sarebbe più facile, ma purtroppo o per fortuna ci sono ancora dei lavori che devono essere fatti faccia a faccia, come quello di mio marito. Per fortuna siamo tutti e due soddisfatti delle nostre scelte e della nostra situazione e direi che questo al momento basta a renderci molto felici! xx

    1. Hai proprio ragione Mimma, e l’importante e’ riconoscere quale sia il tempo giusto per ogni cosa!

  2. Credo che tu abbia ragione. In effetti crescendo impari che non è possibile avere tutto e che bisogna fare delle scelte. Il tipo di lavoro che hai scelto ( non è una grandissima fortuna per un individuo, POTER scegliere? ) ti permette di conseguire più di un obiettivo e di non sentirti in colpa per azzerare quelli che sta perseguendo tuo marito. Anche per me essere una coppia è iniziare a pensare non più all’io e te, ma al noi. Penso che in futuro potresti ripensare a queste grandi possibilità che ti sono state offerte, ma che non te ne pentirai, in quanto non sei stata costretta a rinunciare, ma lo hai fatto appunto ponderando e scegliendo, autonomamente, ciò che ti fa sentire il cuore più leggero. Tantissimi auguri 🙂

    1. Grazie Barbara. Essere coppia non e’ di certo sempre facile, ci sono compromessi e a volte sacrifici da fare. Ma se si crede nel progetto di coppia, bisogna saper mettere l’individuo da parte quando i progetti del singolo non coincidono con quelli della coppia. O almeno, io la penso cosi! 🙂 Al momento sono molto contenta della mia scelta e delle possibilita’ che ci si sono aperte davanti… e per quelle che ho perso, pazienza direi! Guardiamo avanti e lasciamo al passato quello che ormai e’ passato!

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