Le mie università in giro per il mondo

Nei miei 8 anni di università (3 triennale, 2 specialistica e 3 di dottorato), ho girato ben 4 università. Le prime due lauree infatti le ho prese all’Università degli Studi di Milano (alias, la Statale), ma nel corso dei due programmi ho fatto un semestre di scambio allo IEP (Instituts d’études politiques) di Grenoble (Francia) e uno alla University of South Australia di Adelaide (Australia). Infine, da 3 anni sto facendo un dottorato di ricerca presso la University of Sydney di Sydney (Australia). Quindi di università ne ho girate 4, in 3 paesi e in 3 lingue diversi. In questo post ho pensato di raccontarvi un po’ le mie impressioni su queste università, qualora qualcuno fosse interessato a studiare proprio qui!

Premessa: io ho studiato relazioni internazionali (triennale e master) e giurisprudenza (PhD), quindi la mia esperienza è prettamente basata su queste facoltà e su quello che ho potuto vivere sulla mia pelle delle università in generale.

Campus

La facoltà di scienze politiche della Statale di Milano si trova in Via Conservatorio, in pieno centro. Si tratta di un ex convento (o qualcosa di simile) e la facoltà di per sè è molto bella, con soffitti affrescati in alcune aule, cortili centrali, ecc. Non esiste però un vero campus e la facoltà è piuttosto piccola. All’interno della facoltà troverete il bar, la biblioteca, alcuni spazi per studiare, l’info point (che è abbastanza una farsa), un paio di mini librerie nel seminterrato e basta. In assoluto la Statale è quella che offre meno spazi per gli studenti, sia per lo studio che per rilassarsi. Nella sede di Via Conservatorio (durante il mio periodo di studio lì) c’è solo un’area dove poter studiare, oltre alla biblioteca; per rilassarsi inoltre non c’è assolutamente nessuno spazio che non sia il piccolo baretto di facoltà.

Facoltà di Scienze Politiche - Statale di Milano

Lo IEP di Grenoble invece si trova all’interno del grande campus dell’Université Pierre Mendès-France, a 10 minuti di tram dal centro. Il campus è grande circa 450 acri lungo la sponda del fiume Isère, e offre davvero di tutto: 5 biblioteche, una piscina olimpica, campi da tennis, calcio, etc, un sacco di bar, mense e luoghi dove mangiare, e tantissimi spazi dove studiare. Tutto intorno agli edifici delle singole facoltà ci sono prati verdi dove rilassarsi e da dove godere di una vista spettacolare sulle Alpi che abbracciano la città. Lo IEP offre molto a livello di campus, ma tutte gli spazi per studenti sono fuori dalla facoltà. L’unica aula presente nell’edificio è quella di informatica.

IEP grenoble

L’University of South Australia ha diverse campus in giro per la città, ma io ne ho frequentato soprattutto uno (Magill), con un’altra classe in un altro (City West). Il primo si trova fuori dalla città, alla base delle colline, ed è veramente bucolico. Come vedete nella foto sotto a destra, il campus è letteralmente in mezzo alla natura: ci sono prati ondulati, eucalipti, koala e perfino un ruscello che attraversa il campus! Spostarsi da un’aula all’altra significa davvero farsi una bella passeggiata nel bosco, ed è stato  decisamente un piacere frequentare quel campus! Il campus di City West invece (altra foto sotto) si trova in città, ed è un campus decisamente più moderno: qui non c’è spazio per il verde, ma solo palazzi e cemento. Decisamente non il mio preferito tra i due! L’University of South Australia ha numorosi spazi per gli studenti, sia per studiare, che per rilassarsi e mangiare.

Anche l’University of Sydney ha più campus, ma io frequento quello principale, che si trova a Camperdown. Il campus è molto grosso e pur dopo 3 anni non ho ancora avuto modo di scoprirlo tutto. Offre veramente di tutto, da numerose biblioteche, un sacco di luoghi di ritrovo, tantissime palestre e centri sportivi, oltre che a un’infinità di spazi per studenti (incluse molte aule computer), e a numerosi musei davvero interessanti e gratis! Penso che questo campus sia davvero il campus perfetto, comodo da raggiungere, a metà tra il moderno e lo storico (il Quadrangolo), e con tutti i servizi di cui uno studente può avere bisogno (incluse banche, studi medici, farmacie, agenzie viaggi, etc.). Gli spazi per gli studenti sono davvero tantissimi, sia per studiare che per rilassarsi: le opzioni per mangiare sono molte, così come i punti di ritrovo, con tavolini, divani, e addirittura un angolo di giardino con sedie a sdraio per il riposino pomeridiano!

Sydney uni

 Metodo di insegnamento ed esami

Sotto questo punto di vista ho trovato davvero un abisso tra il metodo di insegnamento “continentale” e quello anglosassone. In Italia come in Francia, mi sono confrontata solo con lezioni frontali, dove il professore parla a una classe più o meno numerosa, che ascolta in silenzio e ogni tanto prende appunti. Solitamente qui non esistono progetti extra, nè presentazioni, nè nessun coinvolgimento attivo degli studenti. La valutazione finale del corso viene fatta sulla base di uno o più esami scritti o orali, che valutano prettamente la conoscenza mnemonica dei libri di testo e del contenuto delle lezioni.

Nelle università australiane invece alle lezioni tradizionali si alternano dei “seminari”, dove le classi vengono suddivise in gruppi più piccoli che si trovano con il prof per una lezione più approfondita, basata sul dialogo e il confronto. In queste università i progetti e gli interventi degli studenti sono componente essenziale del corso e della valutazione, con almeno una presentazione, progetto o quant’altro a corso. Per quanto riguarda la valutazione di fine corso, ci sono varie tipologie di esami. Esiste la versione classica a più domande, come quella italiana, ma è possibile anche avere esami “a tesina”, dove si sceglie un argomento su cui scrivere un tot di pagine. Ovviamente per farlo si hanno a disposizione diverse settimane, quando non l’intero semestre. Un’altra versione di esame è “l’esame da portare a casa”, che consiste in una domanda a cui rispondere da casa nel corso di un weekend. Una peculiarità è che sono tutti scritti, a parte in qualche corso di lingua; altra caratteristica è che nella maggior parte degli esami (anche nella tipologia classica) è possibile usufruire di libri e appunti durante l’esame. Questo perché l’esame non testa la conoscenza mnemonica di nomi e date, ma valuta la capacità di ragionamento e di problem solving dello studente.

Atmosfera

L’atmosfera generale nelle 4 diversità non può che essere il risultato di quanto detto fino ad ora. A Milano, sia che fosse alla triennale che alla specialistica, mi è sempre sembrato di stare ancora al liceo, e penso che questo possa essere generalizzato a molte università italiane. L’università per la maggior parte degli studenti non è che il proseguimento delle superiori, un luogo dove parcheggiarsi per almeno 3 anni in attesa di capire cosa fare “da grandi”. Sicuramente era così per moltissimi miei colleghi: chi non si presentava a lezione, chi faceva di tutto meno che seguire le lezioni, chi non passava nessun esame, e chi neanche ci provava. Insomma, non una bell’atmosfera!

Allo IEP di Grenoble si respira un’aria decisamente diversa. Scienze politiche in Francia è una facoltà prestigiosa, la laurea da fare se si vuole entrare in politica o in molte professioni manageriali. E’ difficile entrare in quella facoltà, e chi ci riesce ne è davvero orgoglioso e lavora duro per passare gli esami e arrivare a laurearsi. Ovviamente per gli studenti stranieri la cosa è un po’ diversa: la comunità erasmus dell’università è davvero attiva, ci sono mille cose da fare, e non ci annoia mai. Essendo Grenoble una cittadina prettamente universitaria, ed essendo tantissimi gli studenti sia fuorisede che stranieri che scelgono Grenoble per studiare, c’è davvero una bellissima atmosfera, di interculturalità, di scambio e di prospettive.

Sia ad Adelaide che a Sydney invece gli studenti stranieri, e soprattutto asiatici, sono un’infinità. Essere uno studente internazionale qui significa semplicemente essere uno tra i tantissimi, insomma, non si è niente di speciale. Ma si studia in un bell’ambiente, dove l’istruzione è considerata importante e cruciale per un futuro prospero. Gli insegnanti sono aperti al dialogo e valorizzano l’opinione degli studenti in un modo che in Italia ce la sogniamo. E tantissima importanza viene data allo studente come persona, al suo equilibrio tra studio e vita sociale e alle sue esigenze come individuo. Insomma, decisamente un bel posto dove studiare!

Ed eccovi le mie 4 università in giro per il mondo. Sono contenta di aver avuto la possibilità di studiare in ognuna di queste, perché ognuna a modo suo mi ha lasciato qualcosa. E voi, in che università avete studiato invece?

Last Updated on 14/07/2021 by Diario dal Mondo

12 thoughts on “Le mie università in giro per il mondo

  1. Io ho studiato ingegneria a Modena e non h sperimentato altre università nel mio corso di studi. Per molte tue riflessioni sulle università italiane sono d’accordo con te, ma almeno per la facoltà che ho frequentato io, direi che gli esami non si basano solo sulla ripetizione mnemonica di date e numeri, ma su complessi ragionamenti. Sicuramente l’impostazione degli esami dipende molto anche dal docente.

    1. Mi fa piacere che sia così in altre facoltà e sicuramente dipende poi tutto dal docente. Speriamo che anche in Italia si riesca ad avere un approccio più moderno all’insegnamento

  2. Venezia e’ un’universita’ organizzata molto male ma ero innamorata della citta’, quindi diciamo che vince anche se non avevo nessuna palestra o teatro o che come qui in america…

  3. Che bel post! Io all’attivo ho Venezia, Padova, Parigi 7 e Colorado. Io di Venezia sono perdutamente innamorata quindi non fa testo, ma continuo a dire che nessuno potrebbe essere piu’ felice di una persona che fa la triennale a Venezia. Io ero fuori sede quindi non ho avuto l’idea di “continuare le superiori”, e nessun campus varra’ mai i miei spritz in campo 🙂

    1. Wow, anche tu università decisamente diverse l’una dall’altra. Quindi ti sei trovata meglio a Venezia che nelle altre?

  4. Io ho frequentato l’università a Parma e qualche mese a Plymouth in uk in Erasmus, poi ho fatto un master alla Bocconi. Quest’ultima è stata un’esperienza meravigliosa per l’altro livello di preparazione dei professori e per l’ambiente stimolante.

    1. Io sono un po’ prevenuta sulla Bocconi, ma ho sempre sentito dire solo belle cose da chi l’ha frequentata. Però forse il fatto che sia un’università privata la distingue dal resto delle università pubbliche italiane?

  5. Che strano, io invece ho avuto seminari e paper da scrivere sia in Italia (Milano Statale, e scuola dell’Archivio di Stato, pochi) che in Francia (Strasburgo, parecchi)… però in un corso di laurea diverso, lettere classiche. Per Londra e Ca’ Foscari non posso parlare perché ho seguito pochissimi corsi, ho fatto quasi solo ricerca! 🙂 interessante il confronto

      1. Tutte ottime istituzioni, ho fatto belle amicizie a Milano e Stras… per l’organizzazione senz’altro Londra, ma anche qui ogni tanto si perdono! Le segreterie studenti sono un incubo un po’ ovunque, no? 🙂

        1. Bhe dai, sei stata fortunata allora. Io devo dire che qui a Sydney non ho mai avuto problemi con la burocrazia, ma per fortuna siamo anche molti aiutati noi PhD!

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