Mosche bianche

Era da un po’ che già vivevo in Australia quando per la prima volta qualcuno mi disse che l’Australia è un paese razzista. Durante il mio semestre di scambio ad Adelaide avevo studiato la White Australia Policy (*), quindi ero a conoscenza del suo passato discriminatorio, ma ero convinta che nel 2011 o 2012 che fosse, l’Australia si fosse lasciata tutto questo alle spalle.

D’altronde io non sono mai stata discriminata. A parte i problemi logici legati al mio visto temporaneo, per il resto sono sempre stata accolta a braccia aperte da tutti. Ovviamente il fatto di avere un fidanzato “locale” ha aiutato, ma non credo sia stato il fattore determinante. Il fatto è che io sono emigrata qui, ho lavorato sodo, ho cercato di integrarmi il più possibile e sono stata accettata. E ho raccontato qui come l’Australia sia un paese multietnico, in cui culture asiatiche e occidentali convivono fianco a fianco…

Eppure con il passare del tempo e man mano che ho approfondito la mia conoscenza di questo mio nuovo paese, ho scoperto cose che non mi aspettavo. Fondamentalmente è vero che l’Australia è un paese razzista. O per lo meno, il governo lo è. La popolazione tentenna, dibatte e si divide. Da un lato i politici e i media che demonizzano i poveri disperati che arrivano in Australia via mare – nonostante questi siano una percentuale minima dei rifugiati globali totali – e che fondamentalmente inneggiano al razzismo e alla discriminazione rilasciando slogan come questi.

Flier_English_o_High-res Screen-shot-2013-07-21-at-7.59.46-PMDall’altra ci sono le comunità locali, le organizzazioni e i gruppi religiosi che assistono i rifugiati al a loro arrivo nel paese è che cercano in ogni modo di far valere i loro diritti e far sentire la loro voce.

E nel mezzo ci sono loro: i rifugiati. Nel 2012-2013, l’Australia ha ricevuto 26.427 rifugiati, soprattutto da paesi come Afghanistan, Iraq, Myanman, e Syria. Nonostante il programma di reinsediamento australiano sia al secondo posto al mondo per rifugiati accolti, i rifugiati parte del programma dell’UNHCR rappresentano meno del 4% dei rifugiati totali. Il resto vengono principalmente accolti da paesi del secondo e terzo mondo come Pakistan, Jordan, Iran, Lebanon, Turchia, Kenya, ecc. Dei rifugiati arrivati in Australia nel 2013, 18.119 sono arrivati illegalmente via mare. Dal 2006 questi boat persons non arrivano neanche a toccare il suolo australiano, ma vengono dirottati a Christmans Island, dove restano in centri di detenzione fino a quando il loro destino non viene deciso. E nel frattempo passano mesi e anni. Mesi e anni in cui queste persone, tra cui donne, anziani e bambini, sono costretti a vivere come animali (in violazione dei diritti umani – come da condanna delle Nazioni Unite), e a volte a morire per ragioni assurde.

Source: UNHCR
Source: UNHCR

Tutto questo avviene in un paese “civile” come l’Australia.

Per fortuna all’interno della comunità civile c’è ancora chi contesta la politica del governo e le informazioni ricevute dai media. Mosche bianche, le chiamo io.

Oggi mi sono trovata a passare la giornata insieme a tante mosche bianche ed è stato rincuorante. In una tavola rotonda abbiamo discusso dei problemi di lavorare con rifugiati. Insieme abbiamo analizzato le loro difficoltà di inserimento in questa realtà australiana. Insieme abbiamo cercato soluzioni per aiutarli al meglio delle nostre possibilità. È bello vedere che c’è una luce in fondo al tunnel, che c’è chi crede ancora nell’umanità e nel valore della singola persona. È triste che queste persone non siano a capo di una nazione ricca e grande come l’Australia. Nazione, non dimentichiamocelo, creata da galeotti (*) e sviluppatasi grazie al duro lavoro di milioni di emigrati. Nazione che un tempo dichiarava che

“For those who’ve come across the seas, we’ve boundless plains to share” (“Per quelli che sono venuti attraverso i mari, abbiamo illimitate pianure da condividere”)

Che triste quando un paese dimentica le proprie origini… Cerchiamo di non dimenticarci mai il nostro passato, le nostre radici, da dove veniamo e cosa abbiamo fatto… Perchè il passato di una nazione è fondamentale per guardare con fiducia al futuro.

foto presa dal web
foto presa dal web

(*) La politica dell’Australia bianca fu un movimento politico isolazionista e di corrente xenofoba attivo in Australia dal 1901 al 1973, volto a limitare o bloccare totalmente i flussi immigratori dall’estero che incutevano timore di sovraimmigrazione tra i pionieri, in particolare dalla Cina e altri paesi asiatici.

(**) nazione in quanto Stato australiano moderno: ovviamente il continente era abitato dalle popolazioni aborigene per milioni di anni prima dell’arrivo dei bianchi…

(***) A proposito di questo argomento, ho finito di leggere ieri sera “Refuge” di Jackie French, un libro che consiglio a tutti per il modo delicato in cui affronta il tema dell’immigrazione via mare in Australia.

People have sailed across the dangerous ocean to Australia for perhaps the last sixty thousand years. Probably they always will, as long as there are humans and boats to sail in.

Last Updated on 14/07/2021 by Diario dal Mondo

30 thoughts on “Mosche bianche

  1. Ottima panoramica contemporanea sullo stato dell’arte degli immigrati, breve e concisa! Brava!

  2. Veramente interessante! Alcune cose già le sapevo altre no. Comunque è proprio triste quando un paese si dimentica le proprie origini!

    1. Vero, soprattutto un paese come l’Australia, che ha un passato di galeotti e immigrati… come fanno ora a voltare le spalle a chi ne ha bisogno?

      1. peccato che chi rendiamo conto come tratiamo al prossimo quando siamo in otro paese!!!

  3. L’ha ribloggato su Dall'altra parte del mondoe ha commentato:
    Ho pensato spesso di scrivere sulla triste situazione dei rifugiati in Australia, coloro che arrivano sui barconi e vengono spediti a Christmas Island. E’ un’aspetto dell’Australia che pochi conoscono, l’altra faccia della medaglia. Nel suo post Claudia esprime esattamente il mio punto di vista e la ringrazio per aver fatto il lavoro per me!

  4. Claudia grazie per aver descritto cosi bene la situazione. E’ da molto che voglio scrivere qualcosa sull’argomento ma mi ritrovo talmente in quello che hai scritto tu che, se non ti dispiace, ti ribloggo 😉

    1. Ciao Barbara, purtroppo è una situazione molto delicata e, come saprai, qui in Australia è oggetto di molto dibattito. Ho dibattuto anche io tanto su cosa scrivere… Spero di aver reso giustizia a quest’argomento. Riblogga pure, no problem 😉

      1. Non e’ assolutamente una situazione facile, ne da discutere e ne, soprattutto, da risolovere. E’ importante ricordare che tanti australiani si battono per cambiare le leggi ma purtroppo il governo fa il possibile per lavarsene le mani. Come dice Solare lo spazio c’e’ e le risorse anche. Quello che manca e’ la volonta’.

        1. Come sempre la volontà è il motore di tutti i cambiamenti.. Anche perchè di sicuro lo spazio non manca qui in Australia. Ma paradossalmente, è proprio quest’abbondanza di spazio che ha sempre spaventato gli australiani: hanno il terrore di essere invasi!

      2. Avevo letto anni fa di un gruppo di rigugiati Afgani (mi pare!) che erano stati mandati a “ripopolare” una cittadina del New South Wales. Gli abitanti erano stati un po’ sospettosi all’inizio ma il sindaco, che aveva promosso l’iniziativa, raccontava di come piano piano avessero accettato l’idea e come la cultura afgana sia ora parte della vita della cittadina. Una storia che non ho mai dimenticato e mi aveva riempito il cuore di speranza.

        1. Mi sembra proprio un’ottima iniziativa… Anche perchè tanti paesini del bush morirebbero senza manodopera, che può essere trovata proprio negli immigrati.

  5. Quando ho viaggiato in lungo e largo per l’Australia, tre mesi e 15000km, non ho potuto fare a meno di pensare che con tutti quegli spazi aperti e completamente vuoti, potrebbero ospitare molte persone che sono certa con un piccolo pezzettino di terra farebbero molto. Pensavo a tutti bambini siriani che congelavano nei campi profughi e sinceramente ho fatto fatica a restare razionale e pensare alla politica dell’immigrazione, alle conseguenze di prendersi tutti questi disperati.
    Comunque molti australiani ci ammirano per quello che facciamo in Sicilia e io senza analizzare troppo come ho detto, anch’io sono orgogliosa del cuore degli italiani.

    1. Per quello che ho visto io, in Italia magari ci lamentiamo, ma alla fine li accogliamo. Qui si lamentano e non li accolgono. Li segregano in un’isola in condizioni disumane per anni. Poi però nel momento in cui gli viene riconosciuto l’asilo, gli vengono dati sussidi e assistenza che in Italia neanche agli italiani! Le contraddizioni della vita!

      1. Purtroppo pero’ alcuni non ci arrivano all’asilo politico, si suicidano prima.
        Penso che nessun paese oggi puo’ restare indifferente o cercare di restare fuori dalle problematiche dell’immigrazione, neanche gli australiani che sono sempre stati protetti dalla geografia. Il problema e’ mondiale e viene istintivo valutare tutto il loro spazio e la scarsa popolazione per immaginare una piccola soluzione piu’ umana per chi non scappa per delinquere ma per provare a vivere dignitosamente…certo la questione e’ complessa.
        Comunque anche noi abbiamo aspettato il visto tre anni, tre!
        Fosse stato per me che perfortuna posso vivere senza l’australia, avrei fatto a meno!

        1. Hai ragione, quello di aiutare i rifugiati è un dovere che ogni nazione ha, purtroppo molte nazioni dei paesi del primo mondo se ne lavano le mani perchè sono lontane… lasciando ai paesi limitrofi la gestione dei rifugiati. Noi abbiamo aspettato per un anno il visto di coppia e già ci è sembrata un’eternità! che visto aspettavate voi?

  6. Ne parlavamo l’altro giorno con la signora che ci ha ospitati per il WE.
    Secondo lei fanno di piu’ gli italiani… io non saprei, non ancora.
    In Italia abbiamo piu’ cuore ma lasciamo gli immigrati allo sbaraglio, senza poter costruire niente…

    Ho letto di questa legge White per la prima volta al museo dell’immigrazione e da allora me la ritrovo dappertutto.

    1. una volta che qui viene ammesso come rifugiato hai diritto a un’assistenza di base che in Italia se la sognano. tutto per evitare che questi immigrati siano costretti a rubare e quant’altro per sopravvivere. ma l’attitudine mentale secondo me è diversa. qui vengono proprio ostracizzati e la popolazione ha paura di essere invasa e abusata. La White Australia purtroppo è stata in vigore per decenni, ed è solo negli anni ’70 che l’Australia si è liberata di questo passato orribile!

      1. Si, i rifugiati italiani vengono ammassati con un solo bagno e zero integrazione. 🙁
        Barbara mi diceva che qui affondano i barconi dei clandestini…

        Che brutto 🙁
        Farai la differenza con i tuoi studi… 🙂

        1. il grosso problema è che qui vengono segregati a Christmas Island in condizioni che violano i diritti umani. Pure le Nazioni Unite hanno condannato l’Australia per questo, ma non è cambiato niente!

        2. No, per carita’, l’ho detto in un momento di rabbia (divento molto, troppo, emotiva quando parlo della questione!). Non li affondano, ma, come dice molto piu’ giustamente Claudia, li sbattono a Christmas Island in condizioni pietose.

            1. purtroppo i barconi qui affondano perchè attraversano l’oceano, non il mar Mediterraneo, quindi per loro è molto rischioso

  7. Da ieri qui alle Bahamas hanno iniziato a fare raid contro i clandestini… Rimango senza parole…

  8. Molto interessante Claudia. Quando siamo venuti in Australia abbiamo sentito parlare del fatto che i clandestini vengono confinati su un’isola e ci aveva lasciati un po’ sconcertati…

    1. Esatto, Christmas Island e altre li vicino. Praticamente l’isola e’ un grande un campo di detenzione… Da li non possono letteralmente andare da nessuna parte!

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