La ricerca e la solitudine dei numeri primi

I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari.

Nel mondo anglosassone i ricercatori sono considerati speciali. All’universita’ di Sydney i ricercatori borsisti internazionali sono una rarita’. Sono come i numeri primi. Dal momento in cui facciamo domanda a quando veniamo accettati, da quando ci annunciano la vincita della borsa di studio a quando ci iscriviamo formalmente, da quando facciamo le orientation a quando incontriamo per la mia volta i nostri supervisori, tutti ci fanno sentire un po’ speciali e superiori. Tutti ci ripetono che dobbiamo essere orgogliosi di essere qui, che siamo l’elite dell’elite e che questi anni di fatica ci apriranno un futuro gratificante.

Quello che nessuno ti dice e’ che questi anni di ricerca saranno anni di pura solitudine. A parte i pochi “fortunati” che fanno progetti di gruppo, il resto di noi passa molte ore, giorno dopo giorno, in completa solitudine. Soprattutto nella fase iniziale del progetto, quando non c’e’ altro da fare che leggere la letteratura esistente, si passa tutto il tempo da soli, a leggere e a prendere appunti; a casa o in biblioteca che sia, non c’e’ nessuno con cui confrontarsi, nessuno con cui scambiare idee, o anche solo due chiacchere.

I ricercatori sono soli, in trappola nella loro torre d’avorio. Certo, la vista e’ magnifica, ma sempre soli siamo!

 

Last Updated on 15/06/2018 by Diario dal Mondo

Categories PhD

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